Verso un mondo sostenibile: pillola n.3

L’utilizzo di energia rinnovabile nel mondo

(Dati riferiti al 2019. Fonte: IBP Statistical Review of World Energy e Our World in Data***)

Le fonti di energia rinnovabili comprendono l’energia idroelettrica, solare, eolica, geotermica, bioenergetica, del moto ondoso e delle maree.

La buona notizia è che sia negli Usa che negli altri Paesi industrializzati le emissioni hanno già raggiunto il picco e stanno calando. La Cina, che in questi 270 anni ha emesso complessivamente la metà dei gas serra degli Usa, ma oggi è di gran lunga il primo emettitore, ha appena annunciato l’intenzione di anticipare il più possibile il picco e cominciare a calare prima del 2030.

Il punto è decarbonizzare rapidamente le attività umane, partendo dalle principali responsabili, che sono la generazione di elettricità e calore (30%), l’agricoltura e allevamento (18%), i trasporti (18%), l’industria (17%), gli edifici (8,6%) e altre fonti varie (8,5%), comprese le emissioni fuggitive dell’industria petrolifera. Le tecnologie per farlo ci sono già tutte.

 

Rinnovabili in controtendenza

Le rinnovabili per produzione di energia elettrica cresceranno di quasi il 7% nel 2020, nonostante un calo della domanda energetica globale del 5%. Questo compensa il calo delle bioenergie nell’industria e biocarburanti nei trasporti. Il saldo delle rinnovabili nel 2020 è +1%

Il rimbalzo potrebbe, però, non essere così marcato da farci tornare ai 100 milioni di barili di petrolio al giorno consumati nel 2019, in base ai dati dell’ultimo Energy Outlook di Bp, analizzatio da Carbon Brief.

In questo caso, il 2019 resterà nei secoli come l’anno del picco dei consumi di greggio, fonte fossile per eccellenza, alla base dello sviluppo industriale del Novecento e in larga misura artefice della crisi del clima, oltre che delle immense ricchezze ammassate nei forzieri degli sceicchi e del Cremlino.

La folgorante parabola dell’oro nero, che sembrava destinato a crescere ancora per decenni e invece ora potrebbe avere già scollinato, coincide specularmente con quella delle fonti rinnovabili, che negli ultimi anni hanno preso l’abbrivio e a partire da questo hanno messo il turbo, con 200 gigawatt di nuove installazioni, soprattutto solari, eoliche e idroelettriche, sull’onda dell’elettrificazione di tutti i settori, sostenute dal flusso crescente degli investimenti mondiali sull’energia verde, che ormai hanno superato la soglia dei 300 miliardi di dollari all’anno, contro un calo del 20% negli investimenti complessivi sull’energia, secondo le stime della Iea.

 

Le rinnovabili saranno leader della generazione elettrica nel 2025

Secondo le stime Iea, la capacità installata di rinnovabili supererà il carbone nel 2025.

Goldman Sachs prevede che lo sforzo di decarbonizzazione del settore energetico raggiungerà i 16mila miliardi di dollari di investimenti complessivi in questo decennio, portando a un salto di qualità infrastrutturale analogo a quello che ha sospinto l’ascesa dei Brics negli ultimi vent’anni.

L’impegno della Cina ad azzerare le sue emissioni nette entro il 2060, il Green New Deal dell’Unione europea e il programma di energia pulita da duemila miliardi di dollari proposto dal presidente eletto Joe Biden, porteranno le tre maggiori economie del mondo a remare nella stessa direzione.

Tutto sta a vedere chi riuscirà a conquistare posizioni di leadership in questa gara a ridurre i consumi di fonti fossili, che nel 2019 hanno prodotto ancora i quattro quinti dell’energia utilizzata per alimentare l’economia mondiale.

 

La corsa delle auto elettriche: così viene rivoluzionata la mobilità

Il settore dei trasporti, responsabile di quasi un quinto delle emissioni globali di gas serra, è in piena transizione verso la trazione elettrica, che potrebbe abbatterle in modo significativo.

Nei Paesi industrializzati, questa quota è ancora più alta: nell’Ue attualmente i trasporti sono responsabili di un quarto delle emissioni a effetto serra e consumano un terzo di tutta l’energia finale, che proviene principalmente dal petrolio.

 

L’industria trasformerà i rifiuti in una risorsa.

La decarbonizzazione dell’industria passa attraverso il concetto di economia circolare, in particolare per l’industria pesante, che è la principale consumatrice di risorse naturali nel mondo.

In Europa il consumo dell’industria chimica, dell’acciaio e del cemento si aggira intorno agli 800 chili di materiali pro capite all’anno e solo questo comparto è responsabile del 14% dei gas serra europei.

Per quanto riguarda la plastica, i prodotti nuovi contengono meno del 10% di materia riciclata.

 

Edifici a emissioni zero e riqualificazione dell’esistente.

Le città guideranno la transizione verso gli edifici a zero emissioni, visto che quasi il 90% dei consumi di energia nelle costruzioni vengono dalle aree urbane e la loro rapida espansione le sta portando verso un raddoppio del costruito da qui al 2060, in base alle stime del World Resources Institute.

 

La forte spinta della digitalizzazione.

I processi di digitalizzazione sono la killer application per l’efficientamento di tutti i settori, dalla generazione elettrica all’agricoltura, dalla produzione industriale agli edifici.

La digitalizzazione dell’energia, sia sul lato consumi che sul lato dei processi produttivi, sta già dando i suoi frutti, con notevoli risparmi energetici grazie al costante monitoraggio dei flussi.

La nascita di interi settori – come quello della sharing economy, che consente un enorme efficientamento trasformando la fruizione dei prodotti in servizio – sono figli della digitalizzazione diffusa, che sta cambiando il volto dell’economia globale.

L’intelligenza delle reti sta diventando essenziale per integrare nei sistemi elettrici milioni di impianti a fonti rinnovabili di generazione distribuita.

L’integrazione fra la produzione elettrica intermittente del solare e dell’eolico con i sistemi di storage e con le reti ad alta tensione è essenziale per la decarbonizzazione dei sistemi elettrici.

Le smart cities fanno parte di questa evoluzione verso l’intelligenza dei sistemi, che ormai è diffusa in tutte le reti, dalle forniture idriche alla raccolta differenziata dei rifiuti.

La digitalizzazione è essenziale anche per la diffusione dell’auto elettrica, che dovrà essere sempre più interconnessa con tutti gli altri sistemi di trasporto, con le colonnine di ricarica e anche con la rete elettrica, quando ci potrà essere uno scambio bidirezionale fra batterie e rete.

In un futuro non lontanissimo, dovrà essere possibile per un consumatore qualsiasi comprare energia quando è più conveniente e stoccarla in un accumulo domestico o nella batteria dell’auto elettrica, per utilizzarla più tardi, oppure sfruttarla subito accendendo a distanza i suoi elettrodomestici con un’app.

I sistemi di demand response, che servono per livellare i picchi della domanda elettrica, offrendo la possibilità agli utenti di ridurre i propri consumi quando la rete è sotto pressione, in cambio di un taglio delle bollette, consentono di utilizzare la rete elettrica in maniera molto più efficiente, integrando le fonti rinnovabili intermittenti senza la necessità di mantenere in funzione una serie di grandi centrali come backup.

Sono sistemi che possono essere attivati ormai sia dalle aziende che dai privati e si svilupperanno sempre di più nei prossimi anni.

 

Fonte: Il Sole24 Ore

 

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