Complessita’ e diversita’

Complessità e Diversità

Due leve formidabili

 

Ci chiediamo di continuo come debba evolvere l’orizzonte delle organizzazioni di business per poter intercettare le nuove sfide, affrontarle adeguatamente e trarne risultati vincenti.

Una prima, importante risposta è in due parole: “complessità” e “diversità”.

Complessità non vuol dire complicazione (cfr. Ross. W. Ashby). Complicata è una situazione che richiede la gestione anche di molte variabili ma con relazioni sufficientemente stabili e lineari. Per curarla servono competenze specialistiche e buone capacità analitiche. La soluzione c’è e va trovata. Chi di noi non ha giocato con il cubo di Rubik? La complessità prevede variabili fortemente interconnesse e la soluzione di un problema può non esistere a priori in senso assoluto. Le soluzioni da trovare hanno valenze contestuali, che variano nel tempo e nello spazio, in base alle condizioni al contorno. Non Rubik ma problemi di strategia aziendale. Quali capacità servono per affrontarle? Occorre non farsi ingabbiare nelle logiche classiche del management: l’operare organizzativo non può essere basato solo su modelli di controllo e misurazione. Vanno bene i report, KPI, audit, business plan … ma bisogna tuffarsi anche nel “try & learn”, concentrarsi più sulle interconnessioni tra processi che sulle strutture, costruire contesti in grado di generare idee con flessibilità e velocità d’azione da parte di tutti i membri dell’organizzazione, all’unisono. Inoltre bisogna sviluppare potenziamento intrinseco delle persone, sfuggendo ai semplici sistemi di motivazione controllata e incentivante, rendendole capaci di attrezzarsi per un qualunque futuro. Giro qualsiasi angolo e devo essere massimamente pronto e veloce nei confronti di tutto quello che mi trovo davanti. Non sono sufficienti istruzioni operative, servono immediatezza, contestualizzazione, multidisciplinarietà.

Come rafforzare tutto questo? Con la “Diversità”.

Il Diversity management è oggi uno strumento di gestione indispensabile, soprattutto nelle grandi organizzazioni. La capacità di mettere assieme soggetti che ragionano in modo diverso, che esprimono culture diverse, che rappresentano modelli differenti di approccio alle situazioni, per esperienza, convinzione, background, età. Condividere e potenziare le differenze conoscitive, per superare gli scontri incrostati su stili diversi e mettere insieme una capacità di concentrazione sul problema più completa e più forte. Se guardo una statua da un solo lato, penserò sia fatta esclusivamente per come la vedo. Se accetterò di unire la mia conoscenza con la persona che la sta guardando dall’altro, allora avremo una visione complessiva superiore, io potrò insegnare e imparare assieme. Non solo trasferimento di conoscenza, ma osmosi continua.

Mettiamoci in viaggio.